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COMPARTO AGRICOLO-FORESTALE, LA CRISI PESA MA OCCORRE PROGRAMMARE BENE

COMPARTO AGRICOLO-FORESTALE, LA CRISI PESA MA OCCORRE PROGRAMMARE BENE

30/09/2014 17:50

Poco più della metà dei braccianti lavora solo 100 giorni l’anno; diminuiscono le imprese (-15%); tanto lavoro nero e manodopera straniera sfruttata

Forestali con contratto integrativo fermo al 2001; consorzi di bonifica con piante organiche inadeguate

Catania, 30 settembre 2014 – Trentamila addetti con più della metà che lavora solo 100 giorni l'anno e il 15 per cento di imprese in meno rispetto al 2013. Anche il comparto agricolo catanese subisce il peso della lunga crisi economica. Una condizione che oggi è stata oggetto del dibattito nel consiglio direttivo della Fai Cisl etnea al quale hanno partecipato i segretari generali Fabrizio Colonna (Fai Cisl Sicilia) e Rosaria Rotolo (Cisl Catania).

Nella sua relazione d'apertura, l'analisi di Pietro Di Paola, segretario generale provinciale della Fai Cisl, ha anche toccato i settori forestale e dei consorzi di bonifica. «La perdita dei mercati del nord Europa – ha esordito - ha visto ridurre i prezzi in maniera consistente, ciò ha creato difficoltà economiche; la scarsa valorizzazione delle nostre produzioni ha creato una contrazione della redditività del comparto.

Oggi, gli occupati nel settore a Catania sono 30mila circa cosi ripartiti: il 18% di essi non supera un monte giornate annue di 50, quindi non sufficienti a poter garantire i benefici previdenziali e assistenziali; solo il 30% supera un monte giornate di 150; la maggioranza, il 52%, compie una media di 100 giornate e grazie alla relativa quota di disoccupazione agricola percepita riesce a sopravvivere.

«Il tasso di occupazione dipendente in agricoltura nonostante la crisi è ancora considerevole – ha sottolineato Di Paola - ma va salvaguardato, qualificato e rafforzato. Il lavoro agricolo infatti molto spesso è mal retribuito. C'è una concorrenza sfrenata dalla manodopera straniera, vista sempre con maggior frequenza dai nostri lavoratori come la causa della mancanza di lavoro e della mal retribuzione. Solo una parte minima di stranieri, il 5%, risulta essere messa in regola, mentre prolifera il lavoro nero».

L'alto tasso di lavoro irregolare e di evasione contributiva, il lavoro nero e super sfruttato devono essere fatti emergere attraverso un impiego più efficiente degli organismi di controllo. Ma l'agricoltura va considerata anche come un deterrente per il dissesto idrogeologico e per la lotta alla desertificazione del nostro territorio.

Consorzi di bonifica. A Catania, le opere da gestire, curare e custodire, anche se vetuste e malandate, danno un servizio a più di 12mila utenti. Per farlo funzionare in modo adeguato occorre personale. Ora che si sta elaborando il bilancio preventivo 2015 si autorizzi il consorzio a mettere in bilancio per i lavoratori stagionali la somma necessaria per coprire l'intero anno, in attesa della legge di riordino dei consorzi. Lo stesso si può dire per il consorzio di Caltagirone, dove a una pianta organica di 105 unita ne mancano 35, insufficienti a fornire servizio.

Forestali. I lavoratori forestali non rinnovano il contratto integrativo regionale dal 2001, ci sono ancora lavoratori che devono ricevere parte degli arretrati contrattuali del vecchio contratto 2006-2009. La lentezza e l'incertezza del governo regionale sta mettendo a rischio un patrimonio boschivo pazientemente e faticosamente costruito negli anni dal lavoro degli operai forestali. L'Azienda foreste deve diventare una vera e propria azienda da gestire con criterio d'impresa ma sempre con attenzione all'interesse generale per un ambiente sano, salubre e sicuro e deve servire come volano o leva tramite cui dare un segnale positivo di ripresa. Gli operai forestali sono pronti a rimboccarsi le maniche con spirito di sacrificio, coraggio e buona volontà ma chiedono ai politici e agli amministratori pubblici lo stesso e celere impegno prima che la situazione possa diventare ingestibile 

Per Colonna e Rotolo, “il comparto agro-forestale deve essere una risorsa per l’economia catanese e siciliana. Produzioni d’eccellenza e patrimonio naturalistico devono diventare scelte prioritarie di grande valore economico e sociale, ma occorre programmazione, organizzazione e capacità di impiegare anche i fondi europei con profitto. Il sindacato può contribuire in modo determinante nelle scelte che la politica non può più rimandare»

 

Nella foto allegata, da sin. Angela Tasca, Rosaria Rotolo, Pietro Di Paola, Fabrizio Colonna

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