Home  -  News

HI-TECH E SIDERURGIA, I DUE VOLTI DELL’INDUSTRIA METALMECCANICA ETNEA

HI-TECH E SIDERURGIA, I DUE VOLTI DELL’INDUSTRIA METALMECCANICA ETNEA

21/01/2015 16:30

L’analisi al consiglio generale Fim

Il 29 nuovo vertice in Prefettura per le difficoltà delle Acciaierie Sicilia legate a costo energia e approvvigionamento del rottame.

Si torna a investire in StM per aumentare la produzione a 8”; nel 2016, previste nuove assunzioni

Catania, 21 gennaio 2015 – Hi-tech e siderurgia, eccellenze e difficoltà: sono i due volti dell’industria metalmeccanica catanese. Da una parte, aziende come la StMicroelectronics, dove si torna a investire per aumentare le aree di produzione e dove nel 2016 si potrebbe pure ricominciare ad assumere; dall’altra, le Acciaierie di Sicilia, costrette a dimezzare la produzione per problemi con il costo dell’energia e con la politica del rottame, con una cassa integrazione che sta per scadere, con la dichiarazione di 70 esuberi. Uno scenario di luci e ombre descritto dalla Fim Cisl di Catania nel corso del consiglio generale svoltosi oggi, con l’intervento del numero uno nazionale Marco Bentivogli, e presieduto dal segretario regionale Totò Picciurro.

Alle Acciaierie di Sicilia la crisi ha già fatto sentire i suoi morsi: nonostante gli accordi di riorganizzazione del lavoro e la rimodulazione dei turni, si lavora mediamente 24-30 ore a settimana, nel tentativo disperato di ridurre i costi dell'energia per alimentare l'unico forno elettrico nel Sud ed essere competitivi per esportare nei Paesi del NordAfrica, visto che in Italia la crisi ha fermato il mercato.

«Sono anni che denunciamo la situazione alle istituzioni locali e regionali – dice Piero Nicastro, segretario generale Fim Cisl Catania – perché intervengano sul costo dell'energia e sul mercato del rottame. Vari incontri sono stati fatti in Prefettura per trovare soluzioni con gli assessori regionali che si sono succeduti nel governo Crocetta, ma poco o nulla si è fatto».

Intanto si vive di rinvii. L’incontro che doveva svolgersi nella Prefettura etnea il 15 gennaio, con gli assessori regionali delle Attività produttive, del Lavoro e dell'Energia, è stato spostato a fine mese.

«Ma il problema del costo dell'energia – continua Nicastro – si risolve a livello centrale, perché lo stesso problema ce l'ha l'acciaieria di Piombino. Ecco perché allora si deve intervenire a livello nazionale per legare le realtà di produzione dell'acciaio e mettere in piedi una forte questione vertenziale nelle sedi ministeriali romane».

E proprio Bentivogli, da due mesi segretario generale nazionale della Fim, ribadisce: «Abbiamo aperto un tavolo per la siderurgia, presso il ministero dello Sviluppo economico, che purtroppo sta affrontando con eccessiva lentezza tutti questi nodi. Speriamo che inizi a occuparsene, perché l’energia in Italia costa più che in Europa. Ciò significa che per un settore energifero, come quello dell’acciaieria rischia di essere impossibile mantenersi qui».

Prospettive diverse invece per l’hi-tech all’ombra del vulcano. «Dove la Fim ha capito, prima degli altri – ricorda Nicastro – che gli accordi utili per i lavoratori vanno fatti, senza dannosi arroccamenti, ma contrattando. In StM, con l'accordo sui 21 turni si investe per aumentare le aree di produzione a 8 pollici ed eliminare la linea obsoleta del 6 pollici, il “numero due” dell’azienda, Carmelo Papa, ha annunciato che nel 2016 StM tornerà ad assumere».

Secondo Nicastro, «gli accordi contrattati e firmati dalla Fim hanno permesso anche di avviare 3Sun, la più grande azienda di produzione di fotovoltaico oggi interamente di proprietà Enel Green Power, con oltre 300 dipendenti, su cui bisogna puntare per farla crescere sia per nuovi impianti che per l'innovazione tecnologica Queste sono le testimonianze reali del sindacato che funziona, del nuovo modo di fare sindacato, conoscere per contrattare».

Un bene per il territorio non solo etneo, come conferma anche Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania: «Le produzioni di eccellenza sono uno dei cardini su cui basare lo sviluppo e l’occupazione nel distretto del SudEst le cui azioni strategiche però devono essere sostenute da un’adeguata infrastrutturazione» 

Ci pensa però la riforma Fornero a causare qualche problema. «Il turn-over è fondamentale per una azienda hi-tech – sottolinea Nicastro - l'età media in produzione a turni oggi è di oltre 42 anni e nelle divisioni oltre i 50 anni. Bisogna insistere per modificare quella riforma delle pensioni».

Nella foto allegata, da sin. Rosaria Rotolo, Saro Pappalardo, Marco Bentivogli, Totò Picciurro e Piero Nicastro

CANALE - CISL CATANIA

A PROPOSITO DI
La Donna
CANALI TEMATICI