FORCONI, PRENDERE LE DISTANZE DA MINACCE STRUMENTALI

FORCONI, PRENDERE LE DISTANZE DA MINACCE STRUMENTALI

08/12/2013 15:04

La Cisl: “Preoccupa l’uso irresponsabile del disagio e della disperazione sociale da parte di pseudo-rivoluzionari auto-proclamatisi leader di popolo. Ma preoccupa pure il silenzio dei vertici della politica e dei governi locali”

Bernava: “Il silenzio dei vertici della politica e dei governi locali ci preoccupa e ci indigna, ancora di più di quella che finora è una minacciata dura protesta del movimento dei Forconi. Dal ministro Alfano al presidente Crocetta ai tanti sindaci sempre pronti a esprimersi su tutto come autorevoli leader politici, dovrebbero prendere le distanze dalle minacciate azioni di blocco illimitato supportate da uno strumentale tentativo di utilizzare il disagio e la disperazione sociale diffusa in tutta la Sicilia. La Cisl e il sindacato confederale vivono quotidianamente nel disagio, alle prese con centinaia di vertenze di crisi occupazionali, protesta e lotta in ogni angolo della Sicilia e presso le sedi delle principali istituzioni. Rigorosi e determinati nelle lotte e nelle critiche ma responsabili per le proposte fattibili che avanziamo e perché non intendiamo aggravare la fragile economia locale con blocchi e presidi a oltranza che saremmo nelle condizioni di avviare in qualunque momento e con facilità. Ma ormai è evidente che tra pseudo-rivoluzionari, politici e governanti che inseguono i titoloni nei media nazionali, soggetti auto-proclamatisi leader di popolo, il populismo e i vari populismi sono solo la malattia conclamata di una crisi epocale senza risposte, con atti di concreta responsabilità. Una grave malattia conclamata alimentata da una emergenza economica, sociale e di etica politica, che necessitano la vera rottura col passato. Dialogo, confronto, trasparenza e verità per scelte coraggiose e responsabili su poche priorità. Risanamento e rigore nel rientro del debito con attenzione alla coesione sociale e alla crescita dell'economia produttiva. Si chiuda la stagione delle risse politiche e partitiche intorno alla gestione del potere, si bandisca l'uso strumentale del termine rivoluzionario come fumo negli occhi delle scelte e dei provvedimenti di governo, regionale e locale”

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