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SCUOLA E DISABILITÀ, ANCHE LA CORTE DEI CONTI CRITICA IL MIUR

SCUOLA E DISABILITÀ, ANCHE LA CORTE DEI CONTI CRITICA IL MIUR

03/08/2018 12:47

Pubblicata la deliberazione del 16 luglio 2018

Attanasio: «Confermate le nostre denunce fatte nel seminario svoltosi il 17 luglio a Scienze politiche: sistema farraginoso, frammentato e dispersivo. La Città metropolitana assuma la regia»

Catania, 31 luglio 2018 - Un sistema costoso, disarticolato, carente di dati e che non risponde alle esigenze di inclusione. Anche la Corte dei Conti critica il sistema disabilità della scuola italiana e conferma la recente denuncia della Cisl di Catania sui rischi di povertà educativa che corrono gli alunni disabili, in special modo a Catania e in Sicilia. 

Nell’ultima deliberazione del 16 luglio scorso, dal titolo “Gli interventi per la didattica a favore degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali (anni 2012-2017)” i giudici contabili hanno duramente criticato il Miur sul sistema della “disabilità scolastica” e sul delicato aspetto del sostegno agli alunni svantaggiati. 

Un sistema che costa 5,1 miliardi di euro l’anno: quattro dei quali servono per il personale specializzato. Ma anche un sistema frammentato, fatto di poli spesso non coordinati tra loro che finiscono per lasciare in solitudine gli alunni assistiti, come appunto denunciato dalla Cisl il 17 luglio scorso, in occasione di un seminario sul tema della povertà educativa tenuto a Scienze politiche. 

«Le considerazioni finali che fa la Corte dei conti – afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – confermano i nostri dubbi: sulla disabilità coesistono scuola, enti locali e servizi sanitari in un impianto che ha mostrato tutta la sua farraginosità, con intese generiche e interventi frammentati. Una fragilità che finisce per ricadere sugli studenti e sulle loro famiglie».

La Corte ha poi evidenziato, “carenze in tema di dati e indicatori sulla qualità dell’istruzione e dell’inclusione degli studenti con disabilità”. E ha denunciato la carenza di personale specializzato, la limitata disponibilità di materiale didattico e di tecnologie d’ausilio. Per non parlare delle ore di sostegno: in Sicilia, molte famiglie con alunni disabili si sono rivolte ai Tribunali amministrativi ottenendo 228 sentenze, 175 ordinanze e 2.292 ore di sostegno ripristinate.

«Gli alunni in situazione di handicap oltre a subire le croniche carenze di cui la Sicilia detiene il primato negativo, come l’assenza di classi a tempo pieno, del servizio di mensa, di aule connesse a internet e per la dispersione scolastica – sottolinea Iolanda Iacapraro, responsabile del Dipartimento Pari opportunità e Diritti sociali della Cisl etnea - vivono un rischio di povertà educativa generato dalla disattesa rete degli enti preposti che dovrebbero erogare tutti quei servizi necessari per garantire il diritto allo studio».

«Ad esempio, tra l’Azienda sanitaria e l’Ufficio scolastico provinciali – aggiunge Iacapraro - ci sono carenti rapporti di comunicazione e manca una vera e propria anagrafica tant’è che, ad anno scolastico iniziato, scuola e famiglia si trovano sempre in difficoltà perché non si conoscono i reali bisogni di organico di sostegno, o perché i fondi stanziati dal Centro territoriale di supporto non sono sufficienti per assegnare gli ausili speciali, quali banchi antropometrici o ergonomici, necessari per una migliore qualità della vita scolastica e del diritto allo studio dei minori con disabilità grave».

Per Ferdinando Pagliarisi, segretario generale della Cisl Scuola Catania, «è necessario avviare un confronto serrato con l’Ufficio scolastico provinciale sulla disabilità e sulla povertà educativa, partendo da quanti docenti di sostegno spettano alle scuole dell’area metropolitana catanese, basandosi in modo più aderente all’anagrafica dei casi. Molti alunni disabili rimangono in attesa di un docente anche per mesi, fino a quando la macchina amministrativa non permette di incaricare prima in deroga e poi d’istituto i docenti necessari».

«Partendo proprio da tali considerazioni – conclude Attanasio – abbiamo proposto di superare l’organizzazione in distretti sociosanitari, come da legge 328/2000 peraltro mai recepita in Sicilia, che sia la Città metropolitana, come a Catania, o il libero consorzio negli altri territori, ad assumere il ruolo di regia per coordinare politiche e interventi in tema di disabilità. Tenuto conto che già le ex Province regionali esercitavano tali competenze per gli audiolesi, i videolesi e per gli assistenti igienico personali nelle scuole superiori».

(RN)

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