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STURZO, SBARRA: «ANTIDOTO AL POPULISMO»

STURZO, SBARRA: «ANTIDOTO AL POPULISMO»

17/06/2019 19:47

Congresso internazionale a Caltagirone

100 anni dall'appello sturziano ai "Liberi e forti" 

Caltagirone, 15 giugno 2019 - «La cooperazione come grande opportunità di realizzazione dei lavoratori, specie al Sud e nel mondo agricolo. Un’idea di partecipazione con cui le classi meno abbienti potevano cominciare a contare. Un’idea di popolarismo vero antidoto al populismo e alla demagogia».

Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della CISL, sul pensiero di don Luigi Sturzo, intervenendo oggi a Caltagirone al congresso internazionale per i 100 anni dell’appello “Liberi e forti”, nella sessione Lavoro e Cooperazione.

«L’importante lascito di don Luigi Sturzo – ha esordito Sbarra – è ancora vivo e presente in tutti noi. Egli costruì un’impalcatura di respiro universale ispirata ai valori del Cristianesimo capace di rivolgersi a tutti. Sturzo si accorse con straordinaria lungimiranza del pericolo asimmetrico che metteva i lavoratori in posizione di subordinazione rispetto a un assetto capitalistico che cresceva e si rafforzava.

Per questo collocò il tema del lavoro come aspetto centrale per la vita della persona nella dimensione della cooperazione, in cui vide una grande opportunità di realizzazione dei lavoratori, che poteva affermarsi soprattutto nel mondo agricolo del Sud. Per don Sturzo, il lavoro era dunque lo strumento principe del percorso verso la libertà e l’emancipazione».

Per Sbarra, «oggi la condizione del Paese è simile: una stagione di cambiamenti epocali, con la transizione pesante dell’economia dall’assetto novecentesco a quello digitale. Oggi, esistono forze che cercano di condizionare l’economia, di aumentare la disgregazione, assieme alla rabbia diffusa, al rancore. Oggi, il tema centrale è ancora il rapporto tra lavoro e reddito.

«Anche il mercato del lavoro è percorso da profondi cambiamenti: c’è una polarizzazione tra basse qualifiche e alte specializzazioni. Il lavoro deve tormare a essere la vera priorità, senza misure ibride tra l'assistenzialismo e le politiche del lavoro, ma con investimenti nelle infrastutture, una politica industriale seria, sostegno alla scuola, alla ricerca e all'innovazione e la riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, con il Sud che è la grande vertenza e questione nazionale».

(RN)

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